Al via i lavori di Rebuild 2025, la sfida del digitale

(Adnkronos) – Sono 24 milioni le case degli italiani costruite prima degli anni Ottanta, ossia i due terzi. Il 50% del patrimonio abitativo complessivo è nelle classi F e G. A ciò vanno sommati gli edifici pubblici e gli uffici. È in questi numeri che si sostanzia l’entità del lavoro di riqualificazione energetica e strutturale ancora da fare in un orizzonte temporale ormai stretto. Una prospettiva dettata dal sentire comune attento alle questioni ambientali, dagli step della direttiva europea sulle ‘case green’ e da una domanda di mercato sempre più selettiva su qualità dell’immobile e mantenimento del suo valore nel tempo. Attraverso un percorso articolato tra i macro temi di Rebuild 2025 (Centro Congressi Riva del Garda, 6-7 maggio), ossia Esg, Costruzioni, Materiali, Energia e Digitale, sono già emerse nella giornata di apertura una serie di visioni, strumenti e soluzioni adottate in grado di dare un contributo decisivo verso il cambiamento. Una convergenza importante, frutto della condivisione di tecniche e saperi che è alla base di questa edizione.  “Connettere le menti – ha affermato in apertura Alessandra Albarelli, direttrice generale di Riva del Garda Fierecongressi – significa creare relazioni che portano allo sviluppo di questo settore e accelerano il percorso verso la decarbonizzazione”. Riprendendo i temi principali affrontati nelle passate edizioni, temi che hanno reso noto Rebuild per le sue ‘incursioni pionieristiche nella sostenibilità e nell’innovazione’, ha poi affermato: “Le sfide che lanciamo quest’anno riguardano il grande tema del digitale. Non dobbiamo spaventarci di fronte all'applicazione dell'intelligenza artificiale, dei moderni metodi di costruzione e di tutta una serie di tecnologie che ci sono ora a disposizione, perché possono facilitare lo sviluppo e l'efficientamento dei processi. Inoltre, la loro implementazione è in realtà molto più accessibile di quello che si possa pensare”.  “Il titolo dell’edizione 2025 di Rebuild, ‘Connettere le menti per abilitare l’innovazione’, nasce dalla consapevolezza, maturata in questi anni, che il processo dell’innovazione è complesso, non sempre lineare e che ha bisogno di un’intelligenza ampiamente distribuita e condivisa”, ha affermato Ezio Micelli, presidente Comitato Scientifico di Rebuild e professore ordinario all’Università Iuav di Venezia. Che ha aggiunto: “Abbiamo sempre immaginato che l’innovazione delle imprese potesse generare valore per le aziende stesse e per le comunità. A Rebuild tutti siamo portatori di una quota di sapere astratto, di saper fare concreto, di intelligenza e di competenza. Il focus sull’innovazione va nella direzione del miglioramento dell’efficienza e della produttività del comparto in chiave sostenibile, con risultati apprezzabili anche in ambito sociale. Non ci sono altre prospettive”.  Il confronto sulla necessaria trasformazione del patrimonio immobiliare italiano si è focalizzato sia sulle iniziative di rinnovamento ‘hard’ del sistema industriale, sia sulle prospettive di sviluppo offerte dalla sinergia tra forme di intelligenza diverse e complementari, mettendo in luce i frutti della collaborazione tra saperi e i risultati dell’interazione tra uomo e tecnologie (Ai, digitalizzazione, machine learning, big data, cantieristica, materiali). Un fronte, quello tecnologico, in grado di sviluppare potenzialità dirompenti sia nel rendere obsolete le soluzioni pregresse, sia nel cambiare le regole del gioco. Come riportato da Assoimmobiliare, il digitale è un elemento sempre più pervasivo, ma nel comparto delle costruzioni il tasso di digitalizzazione delle aziende non arriva al 10%: per questo occorre accelerare, affinché vengano recepite e sviluppate tutte le potenzialità di crescita del comparto.  Secondo un recente studio, infatti, con l’impiego di tecniche e tecnologie innovative, l’insieme di attività di costruzione, sviluppo, gestione e valorizzazione degli asset immobiliari potrà generare circa 535 miliardi di euro di ricchezza del nostro Paese entro 10 anni, per arrivare fino a 800 miliardi nel 2050. In questo quadro, è fondamentale che gli stakeholder del comparto si facciano promotori di collaborazione e sinergie, superando il panorama tradizionale fatto di frammentazione e competizione. “Come community di Rebuild – sono le parole di Ezio Micelli – abbiamo la responsabilità di individuare le priorità e i punti salienti verso cui indirizzare la riflessione collettiva. Con la piena consapevolezza che per fare un passo in avanti dobbiamo coinvolgere le istituzioni, alle quali offriremo il Manifesto per il futuro delle costruzioni”.  “Oggi più che mai, innovazione e sostenibilità devono andare di pari passo con l’inclusione sociale e la qualità dell’abitare – ha dichiarato l'assessore alle politiche per la casa, patrimonio, demanio e promozione della conoscenza dell'Autonomia della Provincia autonoma di Trento, Simone Marchiori – È in luoghi come questo, dove il sapere tecnico incontra la responsabilità pubblica, che si costruisce un domani in cui ogni persona possa trovare una casa degna, efficiente e integrata nel territorio. Il ‘Manifesto’ sarà un prezioso strumento per orientare politiche concrete, condivise e lungimiranti”.   Nell’arco della prima giornata di lavoro, i vari tavoli si sono confrontati su esperienze di affordability abitativo, sulla importanza della digitalizzazione nel riordino dei processi delle filiere, sulla green equity in ambito urbano. Focus sull’utilizzo di materiali bio-based per una decarbonizzazione efficace e un benessere abitativo migliore: benessere che passa attraverso nuove tecnologie e modelli progettuali in grado di dare ulteriore valore, anche economico, al costruito. Spazio anche alla ricerca e all’utilizzo di fonti energetiche nuove, alternative e integrabili, tra cui il nucleare e l’idrogeno, alla connessione di impianti e sistemi per il miglioramento del benessere abitativo, ai Distretti a Energia Positiva (presenti anche in Italia), e al ciclo di vita dei materiali utilizzati in ambito costruttivo.  A fine giornata, spazio all’alto tasso di innovazione portato dalle start up selezionate per questa edizione di Rebuild. In estrema sintesi, sono state presentate soluzioni d’avanguardia per il comparto come tecnologie digitali e Ai che ottimizzano scelta, manutenzione e riuso di arredi, riducendo sprechi e costi fino al 30%; sistemi Iot di illuminazione adattiva Ai-driven che migliorano benessere e produttività, riducendo consumi energetici e inquinamento; soluzioni B2B Saas basate su Ai che semplificano la ricerca e negoziazione con fornitori, automatizzando il processo e migliorando il potere contrattuale; assistenti Ai che automatizzano la gestione dei dati nei progetti edilizi, centralizzando informazioni da diverse fonti e fornendo raccomandazioni in tempo reale, migliorando la produttività, riducendo gli errori e massimizzando il Roi. —[email protected] (Web Info)

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