(Adnkronos) – Nei pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario, il trattamento di belantamab mafodotin (un anticorpo coniugato anti-Bcma, Ndr) in combinazione con bortezomib e desametasone (BorDex) ha quasi triplicato la sopravvivenza media libera da progressione rispetto alla terapia standard a base di daratumumab più BorDex. Sono i risultati diffusi oggi dalla farmaceutica Gsk, relativi a un’analisi intermedia dello studio Dreamm-7 di fase 3 che viene presenta oggi nel corso della ‘plenary series’ dell’American society of clinical oncology (Asco). L’analisi – si legge in una nota – evidenzia un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo con la combinazione belantamab mafodotin (243), con una riduzione del 59% del rischio di progressione della malattia (Pfs) o di morte rispetto alla combinazione di daratumumab (251). Con un follow-up mediano di 28,2 mesi, la Pfs mediana è stata di 36,6 mesi con la combinazione belantamab mafodotin rispetto ai 13,4 mesi del trattamento con daratumumab. L'effetto Pfs, endopoint primario, è stato osservato in tutti i sottogruppi prespecificati, compresi quelli refrattari a lenalidomide e quelli con citogenetica ad alto rischio. Il profilo di sicurezza e tollerabilità della combinazione belantamab mafodotin è stata coerente con il profilo noto dei singoli agenti. “Il sostanziale beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione e il forte trend di sopravvivenza globale rispetto a una combinazione standard di cura con daratumumab – afferma Hesham Abdullah, vicepresidente senior, Global Head Oncology, R&D, Gsk – rafforzano la nostra convinzione nel potenziale della combinazione di belantamab mafodotin nel ridefinire il trattamento del mieloma multiplo in corrispondenza o dopo la prima recidiva. Abbiamo in programma di condividere questi risultati con le autorità sanitarie di tutto il mondo". La combinazione di belantamab mafodotin ha portato anche a miglioramenti clinicamente significativi in tutti gli endpoint secondari di efficacia, compreso un raddoppio del tasso di risposta completa, del tasso di negatività della malattia minima residua (Mrd) e della durata mediana della risposta (Dor). All'analisi ad interim è stato osservato un trend di sopravvivenza globale (Os) forte e clinicamente significativo, con una riduzione del 43% del rischio di morte che però non ha ancora raggiunto i criteri provvisori per la significatività statistica dell’Os. Il follow-up continua e sono previste ulteriori analisi. “Questi risultati di Dreamm-7 – aggiunge María-Victoria Mateos, responsabile dell'Unità di Mieloma e sperimentazioni cliniche, dipartimento di Ematologia e professore di Medicina all'Università di Salamanca, Spagna, e ricercatrice principale dello studio – mostrano come belantamab mafodotin in combinazione con BorDex rappresenti un miglioramento significativo rispetto al regime a base di daratumumab nel trattamento di seconda linea del mieloma multiplo. Le terapie anti-Bcma (Anti-B-cell maturation antigen, Ndr) stanno contribuendo a migliorare gli esiti per i pazienti affetti da mieloma multiplo e la disponibilità di un'opzione standard, come belantamab mafodotin, che può essere somministrata in un centro di trattamento oncologico in cui viene trattata la maggior parte dei pazienti – conclude – ha il potenziale per trasformare il modo in cui trattiamo il mieloma durante o dopo la prima recidiva”. Il mieloma multiplo è un tumore del sangue, il terzo più comune a livello globale. Ogni anno, nel mondo, si stimano circa 176 mila nuovi casi. La patologia diventa spesso resistente alle terapie disponibili, per questo è importante la ricerca di nuovi trattamenti. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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