La pancetta dei bimbi? Se è troppa aumenta rischi cuore già a 10 anni

(Adnkronos) – La pancetta dei bimbi? Se è troppa, già a 10 anni il cuore rischia di ammalarsi. Uno studio danese rileva una forte associazione fra andamenti avversi del rapporto vita-altezza (un indicatore di obesità addominale) nel corso dell'infanzia e un aumento del rischio cardiometabolico e cardiovascolare a 10 anni d'età. Nel dettaglio, la nuova ricerca presentata al Congresso europeo sull'obesità (Eco) in corso fino a mercoledì 14 maggio a Malaga, in Spagna, evidenzia che i bambini con un'obesità addominale in graduale aumento dalla nascita risultano avere maggiori probabilità di mostrare segni precoci di rischio cuore, tra cui pressione sanguigna elevata e livelli più elevati di biomarcatori legati all'infiammazione sistemica e alla disfunzione metabolica, come trigliceridi, insulino-resistenza, GlycA e proteina C-reattiva ad alta sensibilità. "Con i tassi di obesità infantile in rapido aumento in tutto il mondo, è importante capire come la cosiddetta 'obesità centrale'" o addominale "durante l'infanzia sia già collegata ai primi segni di deterioramento metabolico: pressione sanguigna elevata e biomarcatori circolanti associati a future malattie cardiometaboliche", osserva l'autore principale David Horner, dell'università di Copenaghen. Essere in una condizione di obesità da piccoli e nell'adolescenza è stato associato a malattie cardiovascolari, metaboliche, neurologiche, muscoloscheletriche e morte prematura in età adulta. In questo quadro, evidenziano gli esperti, la diagnosi precoce anche di sovrappeso nei bambini diventa importante per consentire interventi che possano prevenire conseguenze a lungo termine sulla salute. E' noto che l'accumulo di grasso addominale profondo rappresenta un fattore di rischio maggiore per le malattie cardiovascolari e metaboliche rispetto al solo indice di massa corporea (Bmi). Il rapporto vita-altezza (che si ottiene dividendo la circonferenza della vita per l'altezza) è un indicatore di obesità centrale e un fattore predittivo chiave della salute cardiometabolica, aggiungono i ricercatori. Per esplorare il problema nell'infanzia gli autori dello studio hanno analizzato i dati di 700 bambini arruolati nel Copenhagen Prospective Studies on Asthma in Childhood, studio longitudinale di coorte madre-bambino basato sulla popolazione. I bambini sono stati seguiti durante 14 visite cliniche regolari da 1 settimana di vita fino all'età di 10 anni. Il rischio cardiometabolico del piccolo è stato ricavato da punteggi compositi (aggiustati per età e sesso) di colesterolo Hdl (il cosiddetto 'colesterolo buono'), trigliceridi (grassi nel sangue), glucosio, pressione arteriosa (aggiustata per altezza) e Homa-Ir (resistenza all'insulina). I ricercatori hanno identificato 3 traiettorie del rapporto vita-altezza da 1 settimana a 10 anni: un gruppo di riferimento 'stabile', composto da 2 terzi dei bambini; un gruppo 'in crescita e poi in stabilizzazione' composto da circa 1 bambino su 6; un gruppo 'in lenta crescita', anch'esso circa 1 bambino su 6. Dopo aver corretto i dati per potenziali fattori confondenti, i ricercatori hanno scoperto che i bambini del gruppo 'a crescita lenta' presentavano punteggi di rischio cardiometabolico superiori di 0,79 deviazioni standard e punteggi di rischio di malattie cardiovascolari superiori di 0,53 deviazioni standard rispetto a quelli del gruppo di riferimento. Queste variazioni rappresentano un "allontanamento significativo" dal livello di rischio della popolazione di riferimento, spiegano gli esperti, e indicano un peggioramento sostanziale della salute cardiometabolica all'età di 10 anni.  Il gruppo aveva anche pressione sistolica più alta, e livelli elevati di peptide C (cosa che suggerisce una produzione eccessiva di insulina da parte dell'organismo), Homa-Ir (marcatore di insulino-resistenza associato al diabete di tipo 2 e ad altri disturbi metabolici), GlycA e proteina C-reattiva ad alta sensibilità, entrambi marcatori di infiammazione cronica correlata alle malattie cardiovascolari. Inoltre, i bambini del gruppo in questione presentavano livelli più bassi di colesterolo buono Hdl, delineando un quadro più ampio di segnali premonitori di future malattie cardiache e metaboliche. Rispetto al gruppo di riferimento, il gruppo 'in aumento e poi stabilizzato' aveva invece livelli di emoglobina glicata significativamente più bassi, a indicare un miglior controllo della glicemia, e livelli leggermente più alti di apolipoproteina B (ApoB), fattore di rischio indipendente per le malattie cardiovascolari. Quando i ricercatori hanno considerato la quantità di grasso addominale presente nei bambini all'età di 10 anni, hanno scoperto che questo spiegava la maggior parte delle differenze di rischio per la salute tra i gruppi. "Significa – chiarisce Horner – che l'attuale livello di grasso addominale dei bambini, non solo il modo in cui si è sviluppato nel tempo, era il più forte predittore della loro salute cardiaca e metabolica. Il punto in cui un bambino arriva, la quantità di grasso addominale che ha all'età di 10 anni, è più importante di come ci è arrivato. I nostri risultati evidenziano che un elevato rapporto vita-altezza a 10 anni è un indicatore clinico chiave del rischio cardiometabolico nei bambini. E ciò rafforza l'importanza del monitoraggio dell'obesità addominale nelle cure di routine, non solo monitorando il peso, ma specificamente le misurazioni dell'obesità addominale come parte delle valutazioni standard".  —[email protected] (Web Info)

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