L’Associazione “GENERAZIONE MARE” in collaborazione con il “Comitato NON TI TEMO” è impegnata in una battaglia di grande importanza e sensibilità: salvare il Patrimonio culturale, storico e Ambientale della ridente cittadina di Bosa.
Salvare la bellezza naturale del Fiume Temo, fiore all’occhiello della città, e dei terreni limitrofi, fondamentali per la sopravvivenza agricola e pastorale, ma non solo.
Cercare di evitare interventi che, con l’apparente intento di creare un’opera pubblica sul fiume Temo, in realtà sottendono una realizzazione che viene definita dall’Associazione e dal Comitato: “Una cementificazione dal rilevante impatto ambientale, spacciata per opera di difesa idraulica, nell’area marino-costiera di Bosa, che sorge su l’unico fiume navigabile della Sardegna”.
Subito si è attivata una Campagna di sensibilizzazione per evitare la realizzazione di tutto ciò: convocata per giovedì 8 agosto alle h 19 a Bosa, un’Assemblea popolare. L’assemblea segue la lettera già inviata alla Regione Sardegna, per sensibilizzarla a trovare delle soluzioni alternative che non incidano drasticamente sul territorio per garantire risultati soddisfacenti per entrambe le parti.
Saranno presenti all’Assemblea, oltre alla Presidenza dell’associazione “Generazione Mare”, Avv. Daniela Addis , e al Presidente del Comitato “ Non ti Temo” Avv. Marcello Adriano Mazzola; imminenti esperti per illustrare nel dettaglio la questione e le richieste avanzate alla Presidente della Regione, Alessandra Todde e agli Assessori ai Lavori Pubblici Antonio Piu e all’ Ambiente Rosanna Laconi, tra le quali la richiesta di “sospendere immediatamente qualsiasi atto esecutivo relativo alla realizzazione delle opere previste, effettuare la valutazione di impatto ambientale dell’opera nel suo complesso, incluse le opzioni alternative di difesa attiva”. Anche già il dragaggio del fiume, che da circa un ventennio non viene eseguito, da solo eviterebbe straripamenti del fiume e inondazioni, e restituirebbe al fiume navigabilità e di conseguenza la valorizzazione di tutto l’ecosistema limitrofo.
Questo non è un Progetto recente: la Regione Sardegna aveva già avviato questa operazione nel capitolo del “Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico”, per poi rimodularlo nel recente PNRR.
Ancora una volta si corre il rischio di mettere in essere progetti, che pur nell’intento di evitare danni in caso di calamità, di fatto possono avere conseguenze catastrofiche sulle persone e su tutto il paesaggio della zona, turbando se non spezzando, i delicati legami tra Uomo e Natura.
Daniele Cardia
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